domenica 8 gennaio 2017














Una giornata estivale


Era la classica giornata estivale, un pugno di ragazze tutte vestite male
Io, il bimbo, il grasso e l’animale si correva all’impazzata tanto per farsi un po’ male

Il ghigno più arrazzato era tony il vertebrale, 90 chili di amianto in una scatola esagonale
Non c’era una ragazza, anche quella col culo a scaffale, che lo potesse sopportare

A me piaceva assai, mi pareva  alla fine, fosse quasi il più normale

Certo il calcagna non era male, un dito in culo sembrava un fatto naturale
Dormiva sulla Uno che gli pareva di essere qualcuno e si dava un sacco d’arie
Ti scurreggiava in faccia ma poi era lui che ci stava male

Dunque torniamo al punto focale, si era in diversi più l’esagonale
Ci avvistano le bimbe e si danno un gran da fare, io resto giù in disparte quel tanto per guardare

La promessa è di passare un weekend da carnevale, il maiale e la grassa, in testa al baccanale
Gli altri che li seguono in fila regolare, io sempre più in disparte, mi devo vergognare?

Affanculo tutti quanti e a chi si tira indietro, e chi non vuole mettersi a ruttare
È una gara di rispetto, è il momento dell’ostentazione, passami la bottiglia che mi aspetto un ovazione

La tipa con la quinta era in prima posizione, era quella sotto tiro, un fiocco rosa e una greve sensazione
Poteva essere lei il prossimo passo nell’evoluzione

Ora, tutti escluso uno, si voleva andare al mare, scappare via senza ruttare

Si sale sulla Uno, siamo uno sopra l’altro un puzzo da morire, un aria micidiale
Si parte in pompa magna si sona a non finire, si passa sotto i ponti, si tende a esagerare

Non si è mai visto, un gruppo si volgare, un coacervo di perdenti di stronzi e di puttane

Amico è troppo tardi ormai sei infognato, ti garba di restarci, ormai tu sei fregato

Che poi s’arriva al mare in un giorno di mercato, così si compra ‘l tonno che nessuno qui ha pescato
Ora io ci son cascato e ai fornelli m’hanno relegato, ma peggio per quegli uni che mangiano un fottio, perché di tutti, il peggio sono io

Ci si salva andando al mare ma con la pancia troppo piena e la strada solatia
I passi troppo lenti gli sguardi un po’ svagati, parrebbe di arrivare ma non sembra di avanzare

Ma infine, la spiaggia assolata, il miraggio già sognato, è lì davanti a noi un mare sproporzionato

Ora, nessuno sa nuotare e questo è certo, sacrosanto e regolare
Non era mai sembrato, a me al babbo e allo zio che stava al mare, che un gruppo si formato potesse contare qualcuno di imparato

Che vergogna imbarazzata, che fenomeni da circo, c’è voglia di tornare e zero speranza di scopare

E con questa certezza in mano, via da ogni indugio, ci si butta in mare col sollievo che non si tornerà mai più indietro.