mercoledì 20 dicembre 2017






Sopra il cielo

Ci sono cose che non posso sopportare
Le camicie nell'armadio che non siano piegate bene
Il cassetto delle posate dove tutto è mescolato assieme
Un diario dove gli eventi non siano riportati cronologicamente
E la gente che ti dice una cosa e tu sai che mente
Una casa arredata all'Ikea uguale a tutte quante
Il sabato in città e la domenica in fila sulla variante
Una cena nel ristorante stellato
Un fine settimana nel golf privato
Se nell'hotel non è prevista la piscina
Rinuncio alla vacanza al viaggio per la Cina
Insomma sono pieno di discorsi, di principi inusuali
Risulta un poco strano procedere di tal guisa e poi  addormentarsi sul divano
Quando in cuor tuo ritieni di concedere assai più dell'usuale
Fai un sacco di discorsi, parli, urli, ribatti, ti inalberi per un principio fondamentale
Poi d'improvviso ti rimangi quel che hai detto, niente ti sembra essere essenziale
Che cosa ti spinge avanti allora, se non credi in nulla di cruciale
Dimmelo te se hai un sistema di valori che sia reale
Che si rifaccia ad una filosofia basata su un principio fondamentale
Io non concordo, non mi piace essere un dato, un principio di riferimento
Ho visto troppa gente che fa finta di non essere benpensante
Che si ribella al potere dominante e poi va in chiesa a fare il penitente
Va alla messa fa la comunione e vota il partito d'opposizione
Fa le vacanze in Sardegna e poi partecipa alla manifestazione
Si compra il Suv d'occasione pur di non fare la figura del barbone
Ecco io vorrei entrare nelle loro Ikea case e guardare nei cassetti per controllare le posate
Vedere se leggono il vangelo o due metri sopra il cielo

 














Onde


Adesso sembra tutto così lontano, come in una dimensione diversa, un altro meridiano
Eppure eri così vicina, galleggiavi sull'acqua ed io nuotavo in un mondo circostante
Vedevo le onde procedere con un moto danzante, ed io ti seguivo, ad andatura costante
Talora sul flesso, talora sul colmo della tua imperturbabile onda, che non accenna a piegarsi a cadere, a infrangersi sul fondo del mare
Io fatico a nuotare ed a restare a galla, cerco un appiglio, un aiuto, un ristoro
Il mio mondo vacilla non riesco a procedere in senso lineare, è tutto sotto sopra ho perso il biglietto, non posso pagare
Ci sono discorsi che non comprendo, concetti che non apprendo, ritorna nel mio sistema ridefinisci il tuo stilema
Se peschi nel mio universo ti ritrovi a procedere in senso inverso, ma non ti devi spaventare è un sistema elementare, non c'è niente di difficile, non puoi sbagliare
Quel poco che devi imparare, senza accorgertene, fa già parte del tuo bagaglio culturale
L'importante è non pensare a quello che devi fare, uno volta imparato lo devi dimenticare
Costruisci uno steccato e mettici il mondo dentro, e vedrai che quello che ti interessa sta fuori, ha un altro baricentro
Tutto perde di significato, d'improvviso il mondo è bello solo se non l'hai provato, solo se passi le ore ad aspettare la ragazza di cui ti sei innamorato
E scopri che lei non è quella ideale, non ascolta Bach, non legge Montale, il pantalone l'ha comprato al mercato comunale e te allora da vero cretino dici, ma non ci voglio avere a che fare con una di un così basso strato sociale
Mi sento su un altro piano, viaggio a livello siderale, scusa che dici? Non sento, c'è un rumore di fondo che copre la tua voce nasale
Neanche ti fermi a guardarla, ti chiama, ti impreca, forse sta male, ma te sei impegnato in una partita che non puoi rimandare
Quello steccato è alto, smisurato, è il muro fatale, che ti separa da tutti, dal mondo animale
Ti credi liberato, di una cultura superiore, non vuoi essere incasellato in uno schema globale
Ripudi il tuo sistema di valori per un altro, che ad un'analisi attenta è proprio uguale
Nemmeno te ne accorgi, tanto sei preso dall'essere fuori gli schemi e pertanto il classico omologato totale, che più sei diverso e più sei uguale
Il tuo guru personale ti ha raccontato una realtà che è peggio di quella virtuale, piena di esperienze e sogni venuti male
Ti difendi, stai male, tutti ti assalgono, è arrivato il momento del conto finale
Ti batti, ti incazzi, ti fai davvero male, e nemmeno ti accorgi che sono gli altri a finire all'ospedale
E ne passa di tempo, e te che ci puoi fare, non ti accorgi di nulla, la tua visione è sfocata, un quadro autunnale
E chiedi perdono, si, arrivi a negare l'evidenza più elementare, per poi tradirti il giorno seguente come un invertebrato cerebrale
Lei non ci casca stavolta, sta attenta a non lasciarsi fregare, ti conosce troppo bene, anche se l'amore a volte è fatale
Tu leggi Mc Ewan e intravedi una remota speranza, ti dici fra poco è Natale, lei sarà più buona ed io meno uguale
Lo leggi in uno specchio che tieni lì apposta per farti guardare, ma ti avvicini troppo e i guai non tarderanno ad arrivare
Ma di cosa sei fatto, che pasta hanno usato per renderti tale, un ammasso di menzogne, di discorsi inventati, un format da televisione commerciale
Anche sul video oramai risulti irreale, non ti crede nemmeno la casalinga di un programma demenziale
Hai perso la bussola, il riferimento, la strada, il sentiero verso il mondo reale
Non riconosci la differenza tra una struttura ad albero e il suo referente nel mondo naturale
Cosa sei diventato, dimmi, mi prendi per il culo o pensi di dirmi qualcosa che possa toccare, che abbia spessore, che non sia digitale
Si possa anche mangiare volendo, masticare, ingoiare, poi digerire e perfino vomitare
Oppure ti limiti al tuo solito silenzio, una pietra contro un sasso, l'inizio di un nuovo finale.



 Buone intenzioni


Così mi sveglio, senza perdermi d'animo con intenzioni debordanti
Prima un piede poi l'altro, e un breve scatto in avanti
Barcollo mi dimeno, trovo un appiglio solido, tiro il fiato
Faccio mente locale, sono nel solito posto di merda niente è cambiato
Tutte le intenzioni che mi pareva avere, svaniscono nel tempo di arrivare al cesso e mettermi a sedere
Un pensiero tira l'altro faccio fatica a tenere il passo persino con i miei pensieri, sono al collasso
Ho davanti una giornata, un'occasione importante, o la solita tirata di merda, una delle tante
Col solito umorismo che mi ritrovo fin da piccino tendo a credere ad una giornata esaltante, la classica incazzatura costante
M'infilo la giacca migliore, l'occhiale scuro, m'infilo dritto giù per le scale rotolo per terra mi faccio male
Mi tiro su che sembro un delfino, faccio finta di niente, anche se ho rotto un piede contro il gradino
Che sole abbagliante, un mare di gente, che voglia che ho di tornare in casa all'istante
Il solito dilemma, la solita storia, io che non ho voglia di fare assolutamente niente per riempirmi di gloria
Eppure mi garberebbe, sarebbe esaltante, ma poi ci starei bene per un momento, per un istante
Dammelo te un motivo, una buona ragione, per mettermi in moto al mattino, per trovare la mia dimensione
Cerco la vera ossessione, la mia prima destinazione, mi creo un idolo, lo forgio con la mia mano, penso a Paul Newman ad un paese lontano
Ma poi mi fermo al bar della stazione, mi prendo un caffè un cornetto e poi ne mangio altri tre
Perdo tempo come nessuno sa fare, il mio sport preferito, nessuno mi può eguagliare, e così sogno di essere partito, di toccare il cielo conun dito
Magari c'è un treno fermo ad aspettare, si tratta solo di andare a vedere
Un binario nascosto, il numero zero, destinazione infinito, se voglio ci posso andare in un minuto
Ma oggi ho da fare, mille persone da incontrare il regalo per Francesca da comprare, ecco da domani però, voglio cambiare
Allora aiutami a cambiare sono sicuro che con te ce la posso fare, tu mi dai la spinta giusta, sei l'anello mancante, la particella elementare
Che dici? non sono il tipo affidabile che avevi immaginato? che passa la giornata sul divano, sempre in quello stato
Un perditempo svogliato, uno che non ha mai imparato e quel poco che sapeva l'ha scordato
Cosa faccio allora, torno a casa, faccio finta di niente, e mi rimetto a dormire come se niente fosse davvero importante
Neanche tu che alla fine sei l'elemento determinante, la congiunzione col mondo circostante
L'unico motivo per continuare questo viaggio senza senso apparente
E allora aspetto di risvegliarmi in un mondo meno aberrante, mi sdraio sul divano e aspetto fiducioso un nuovo inizio
Dormo e mi immergo nel tuo dolce supplizio, vago per sentieri nascosti alla ricerca di un indizio
Ma amore ti prego non svegliarmi fino al prossimo mattino, quello dove i leoni ti si addormentano vicino
Ma non esiste paura non c'è tormento, quello che cresce dentro è un nuovo sentimento
Sei tu che mi lasci, e sono io che muoio dentro

lunedì 18 dicembre 2017















E' stato un attimo

E' stato un attimo, un momento importante
Un decimo di secondo, il millesimo di un quadrante
Non l’avresti mai detto eppure ci sei sbattuto di fronte
Gli occhi sgranati, tanto da non vedere niente
Il semaforo rosso, il pullman gigante pieno di gente
I finestrini abbassati proprio assurdamente in quel preciso istante
Le tue dita accartocciate contro il volante, un male impossibile arrivato all’istante
Niente tempo davanti e la testa piena di pensieri inquietanti
Quasi un’ammissione di colpa, tanto tutto è scioccante
Guardo intorno la gente, ma non vedo assolutamente niente
È bizzarro, è peculiare, è imbarazzante, mi sento nudo come un infante
Ora mi chiedo come mi sia cacciato in questo film di paura
Una pessima sceneggiatura e un cast da casa di cura
E l’attore protagonista sta pure morendo in anticipo sulla scena di chiusura
Forse il grande regista ha previsto che al momento del sorpasso
Trintignan ritorni dal suo stupido decesso e magari io, come un Gassman redivivo, me la tiro e faccio il figo
Ma niente di tutto questo sembra essere parte di quella pessima sceneggiatura
Io invece come uno squallido piccolo borghese faccio una fine alquanto meschina
Nemmeno Tognazzi potrebbe risistemare una storia così piccina.
Mi dirigo a piccoli passi al cinema più vicino, magari ci danno un film con Al Pacino
Ho bisogno di un finale che si, finisca male, ma che almeno lei soffra come un maiale
Mi sentirei un vero fesso a finirla così, sparato da vicino, senza il tempo di spiegare il perché di un cammino
Di mille vite vissute, magari male, ma almeno giocate d’azzardo e senza barare
Ora tu mi dirai era venuto il tuo tempo, non si può più aspettare
Lo so, scusa, potevo rimandare ma tanto il tuo conto arriva, lo devi saldare
Sei a un millesimo, a un istante dalla soluzione, che importa se muori o se scappi lontano
Ti troveranno comunque nel bosco, in montagna o su un altipiano
Dammi retta lasciati andare, accogli il tuo karma non lo ostacolare
Se sarai morbido, accogliente, rassegnato al destino fatale
Ti parrà tutto molto meno letale, non dico bello, ma almeno te ne andrai con classe regale
Che non è poco in questo mondo di gente che nemmeno sa come mangiare
Ma basta adesso è il momento finale, saluta chi devi e sbrigati a pregare
Non c’è neanche quella pistola contro la fronte che ti piaceva immaginare
Tutto ha il contorno di un film molto più banale
La tua Punto, ad un millimetro dal definitivo frontale, si schianta contro un muro che per te non ci doveva stare

martedì 12 dicembre 2017

















Eccoti lì 

Eccoti lì, arrivare dalla storia più assurda e banale
Da un sentiero segnato, da un viaggio inaugurale
Di quelli che solo perché ti sembra di essere un figo spaziale
Tutti ci sono andati in quel posto di merda, cosa aspettavi a fartici portare
Un giorno o l’altro era destino trovati su quel treno destinazione l’amore adolescenziale
Ci sbatti che mica ci puoi credere di essere un cretino tale
Avevi letto di cose ganze e di gente che ci sapeva fare
Che te volevi conoscere, che proprio non potevi aspettare
E quando sul più bello arrivava il momento, te pensavi che cazzo, non sono mica io quello
Che ci faccio io in questo ammasso di fanatici giovani ribelli
Da venti generazioni mai cambiati, sempre gli stessi, sempre quelli
Attenti alla scarpa, la clarck marrone, il jeans stracciato, il sorriso stampato
In cantina a ballare un rock infiammato, sulla bocca, un bacio rubato
Tutto giocato in funzione di un futuro che ci avrebbe ritrovato
Emozioni create per costruire programmi di storie inventate
Ma a quel momento mica ci pensavi, eri inebriato, stupido e insensato
E nessun dolore era lì per farti male, nessun dispiacere ti poteva fermare
Eri sordo, al momento era l’incanto, il piacere, il divertimento
Un passo alla volta scendevi nel reame del godimento e il sole era alto
Sopra, una coltre di nebbia e sgomento, ma tu volavi ancora sul tuo intrepido aliante
Vicino al mare in un pericolo costante, ogni momento in una situazione allarmante
Poi, com’è ovvio, cadevi giù in un istante, e poi, l’impatto devastante
E nessuno ad aiutarti, nemmeno l’amica incollata ad ogni istante
Ma in quel momento c’aveva da fare, era presa da un bisogno impellente
Poi la rivedi alla festa del compagno di scuola, quello più aitante
Un cazzo di faccione di merda, un bisessuale latente, un ingegnere arrogante
Pranzate, bevete, ballate, scopate, e lei che vede solo un futuro invitante
Ci sei solo tu adesso, le scarpe firmate, il completo vintage, l’anulare vacante
L’erba bagnata, un ricordo d’estate che riemerge pressante
Non sai dire no grazie, ho un carnet debordante, non vuoi perdere niente, nemmeno per un istante
Così ti freghi da solo povero imbecille, lei era una fra tante
Neanche la meglio, l’anello mancante, il futuro rimorso invadente
Meritavi di meglio, se solo tu fossi un essere pensante.





















Riflessi e ombre

Riflessi e ombre tutto appare poco chiaro
Nemmeno quando lo rileggi la sera sul tuo diario
Che cosa hai scritto che cosa hai provato
Sembra che non sia successo se non viene stampato
Provi a inclinarti sul suo corpo vicino
Ma anche quella routine sembra oltre il tuo confine
Rileggi i tuoi commenti ti sforzi di capire
Ma è acqua sopra un fuoco che non smette di bruciare
Lei ti costringe a resettare a spegnere a riaccendere a provare e riprovare
Un tunnel senza fine un loop micidiale
Entrando e uscendo si perde il senso generale
Vai o resti con me non ci dovevamo rivedere?
Qualcosa ti sfugge qualcosa che non hai mai saputo
Un fatto che la riguarda, sconosciuto
L’avevi vista al mare un’estate?
Oppure ad un party nelle vacanze passate?
Poi come un suono che squarcia il silenzio
Vedi la sua mano che accarezza un altro uomo
Allora ti è chiaro non è un sogno ciò che hai immaginato
Tutto va a rotoli il computer impallato
Un tasto saltato un uomo incazzato
Una fila di domande affollano il tuo stato
Il banale stato d’animo di un banale fidanzato
Non è per sminuire il tuo modo di sentire
Non ti devi vergognare di essere un uomo normale
Emerge in modo del tutto naturale
Il tuo sopito stato primordiale
Una voglia che non avevi pensato di avere
Un’attrazione inaspettata verso una vendetta spietata
Così l’aspetti in uno splendido mattino per servire aranciata cornetto e un caldo cappuccino
Lei beve sorseggia indugia con la tazzina in mano
La guardi la scruti cerchi di essere ruffiano
Ma alla fine è lei che ti frega
La stanza ruota come un grandissimo orologio
Un ticchettio ipnotico che azzera ogni senso logico
E il tuo è il primo a perdere ogni significato
Il tempo si è dilatato e tu non hai più il controllo di quello che avevi programmato
Ed è lei a venirti vicino
A seguirti nel sole mattutino
Non l’avresti mai pensato immaginato sperato
Ma sei di nuovo un uomo felicemente fregato