Una giornata estivale
Era
la classica giornata estivale, un pugno di ragazze tutte vestite male
Io,
il bimbo, il grasso e l’animale si correva all’impazzata tanto per farsi un po’
male
Il
ghigno più arrazzato era tony il vertebrale, 90 chili di amianto in una scatola
esagonale
Non
c’era una ragazza, anche quella col culo a scaffale, che lo potesse sopportare
A
me piaceva assai, mi pareva alla fine,
fosse quasi il più normale
Certo
il calcagna non era male, un dito in culo sembrava un fatto naturale
Dormiva
sulla Uno che gli pareva di essere qualcuno e si dava un sacco d’arie
Ti
scurreggiava in faccia ma poi era lui che ci stava male
Dunque
torniamo al punto focale, si era in diversi più l’esagonale
Ci
avvistano le bimbe e si danno un gran da fare, io resto giù in disparte quel
tanto per guardare
La
promessa è di passare un weekend da carnevale, il maiale e la grassa, in testa
al baccanale
Gli
altri che li seguono in fila regolare, io sempre più in disparte, mi devo
vergognare?
Affanculo
tutti quanti e a chi si tira indietro, e chi non vuole mettersi a ruttare
È
una gara di rispetto, è il momento dell’ostentazione, passami la bottiglia che
mi aspetto un ovazione
La
tipa con la quinta era in prima posizione, era quella sotto tiro, un fiocco
rosa e una greve sensazione
Poteva
essere lei il prossimo passo nell’evoluzione
Ora,
tutti escluso uno, si voleva andare al mare, scappare via senza ruttare
Si
sale sulla Uno, siamo uno sopra l’altro un puzzo da morire, un aria micidiale
Si
parte in pompa magna si sona a non finire, si passa sotto i ponti, si tende a
esagerare
Non
si è mai visto, un gruppo si volgare, un coacervo di perdenti di stronzi e di
puttane
Amico
è troppo tardi ormai sei infognato, ti garba di restarci, ormai tu sei fregato
Che
poi s’arriva al mare in un giorno di mercato, così si compra ‘l tonno che
nessuno qui ha pescato
Ora
io ci son cascato e ai fornelli m’hanno relegato, ma peggio per quegli uni che
mangiano un fottio, perché di tutti, il peggio sono io
Ci
si salva andando al mare ma con la pancia troppo piena e la strada solatia
I passi troppo lenti gli sguardi un po’ svagati, parrebbe di arrivare ma non
sembra di avanzare
Ma
infine, la spiaggia assolata, il miraggio già sognato, è lì davanti a noi un
mare sproporzionato
Ora,
nessuno sa nuotare e questo è certo, sacrosanto e regolare
Non era mai sembrato,
a me al babbo e allo zio che stava al mare, che un gruppo si formato potesse
contare qualcuno di imparato
Che
vergogna imbarazzata, che fenomeni da circo, c’è voglia di tornare e zero
speranza di scopare
E con questa certezza in mano, via da ogni indugio, ci si butta in mare col
sollievo che non si tornerà mai più indietro.
Nessun commento:
Posta un commento