domenica 16 settembre 2018



















Il mio mondo, qui accanto.

Il mio mondo è cambiato. Io sono cambiato. Noi siamo cambiati.
La mia personalità ha assunto un numero di identità tali che ormai è diventato impossibile seguirle tutte quante. Fateci caso. Il mondo virtuale, il Web in tutte le sue forme e in tutte le sue modalità di espressione, Facebok, Instagram, Twitter, etc, hanno superato (per dimensioni spazio/temporali) la realtà fattuale. Io, ma come tutti del resto, viviamo per la maggior parte del nostro tempo dentro quella bolla virtuale, e lì dentro esprimiamo una pluralità di noi stessi. La conseguenza prinicipale di questo scarto esistenziale, risiede nel fatto che le mie dichiarazioni, le mie verbalizzazioni, le mie opinioni, perdano di peso specifico man mano che si addentrano nella rete del Web. Ciò che esprimo in quel contesto non sono esattamente io, è il mio "Io Instagram" che sta prendendo quella posizione, è il mio "Io Twitter" che sta offendendo l'immigrato che mi infastidisce al semaforo di piazzale Corvetto. Le dichiarazioni di Salvini, ma anche di Renzi o Di Maio, viaggiano in rete come trottole impazzite, assumendo forme diverse e conseguentemente modificando i contenuti a seconda che vengano divulgate su una piattaforma piuttosto che su un'altra. Sono sempre io, ma non sono proprio io. Anzi, sono un me un pò diverso, un me meno uguale. E non ci sarebbe niente di male, sapete. E' sempre stato così. Tutti noi abbiamo sempre avuto molteplici personalità. C'era l'io a scuola che doveva vedersela con l'autorità scolastica (o più in generale con l'autorità costituita), gli insegnati e il preside, un "io" che più tardi sarebbe diventato l'io sul posto di lavoro, nella fabbrica od in un ufficio. L'io a casa, tra le mura domestiche, che intergiva con i genitori. L'io che aveva a che fare con gli amici, con i compagni, ed un altro io che si relazionava con il fidanzato/a, la compagna/o o la moglie/marito. Diciamo che queste erano le categorie comportamentali principali, forse potremme elencarne altre, ma credo che non andremmo troppo in là. Tutte queste sfaccettature della nostra personalità, badate bene, esistono ancora, non sono scomparse. Continuiamo a comportarci convenientemente in ogni specifica situazione. Il problema è che a quella sfera esistenziale se ne è aggiunta un'altra. una sfera che ha la caratteristica di essere incorporea, che ha la consistenza di una nebbia mattutina che ricopre tutte le cose intorno a noi, ma che se tenti di afferrarla rimani a mani vuote. Nel bene e nel male.
Per ricapitolare: se fai un'affermazione sul web, sembra di una consistenza diversa, il suo peso specifico ha un valore di molto inferiore a quello reale. E questa "leggerezza" pare consentirti di esternare le più scellerate nefandezze senza che tu ne debba sentire il peso e subirne le dovute conseguenze. Ci sentiamo tutti un pò più liberi di sbagliare, di procedere per tentativi (che non sarebbe così sbagliato di per sé), di portare alla luce convinzioni pescate in profondità recondite del nostro/i "io". E intanto la nostra personalità si moltiplica, diviene multiforme, assume identità diverse a seconda del contesto ed infine, inevitabilmente, prende il sopravvento. Ci convinciamo che quella sia la realtà. o che "anche" quella sia la realtà, e come tale iniziamo a considerarla. Esprimo il mio Io/Twitter giustamente incazzato per certe questioni socio/politiche sicuro che i miei sostenitori Facebook spalmeranno le mie dichiarazioni su tutti i social e più tardi, al comizio vicino alla sede di Casa Pound, inneggerò alle ruspe nei campi Rom, mentre in serata, nel successivo incontro a Porta a Porta, farò marcia indietro su posizioni democristiane .
Ma quale devo considerare come una verità? Quale "io" mi rappresenta veramente? Chi sono "io"? Sono quello più vicino al tuo "io" Instagram o al tuo "io" Twitter, che un giorno, scambiando la realtà fattuale per quella virtuale, combinerà un grande pasticcio; farà un comizio virtuale in un luogo reale e farà esplodere una bomba reale in un luogo ... reale! Ma che pensava non fosse tale.






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