Eccoti lì
Eccoti lì, arrivare dalla storia più
assurda e banale
Da un sentiero segnato, da un viaggio
inaugurale
Di quelli che solo perché ti sembra di
essere un figo spaziale
Tutti ci sono andati in quel posto di
merda, cosa aspettavi a fartici portare
Un giorno o l’altro era destino
trovati su quel treno destinazione l’amore adolescenziale
Ci sbatti che mica ci puoi credere di
essere un cretino tale
Avevi letto di cose ganze e di gente
che ci sapeva fare
Che te volevi conoscere, che proprio
non potevi aspettare
E quando sul più bello arrivava il
momento, te pensavi che cazzo, non sono mica io quello
Che ci faccio io in questo ammasso di
fanatici giovani ribelli
Da venti generazioni mai cambiati,
sempre gli stessi, sempre quelli
Attenti alla scarpa, la clarck marrone,
il jeans stracciato, il sorriso stampato
In cantina a ballare un rock
infiammato, sulla bocca, un bacio rubato
Tutto giocato in funzione di un futuro
che ci avrebbe ritrovato
Emozioni create per costruire programmi
di storie inventate
Ma a quel momento mica ci pensavi, eri
inebriato, stupido e insensato
E nessun dolore era lì per farti male,
nessun dispiacere ti poteva fermare
Eri sordo, al momento era l’incanto,
il piacere, il divertimento
Un passo alla volta scendevi nel reame
del godimento e il sole era alto
Sopra, una coltre di nebbia e sgomento,
ma tu volavi ancora sul tuo intrepido aliante
Vicino al mare in un pericolo costante,
ogni momento in una situazione allarmante
Poi, com’è ovvio, cadevi giù in un
istante, e poi, l’impatto devastante
E nessuno ad aiutarti, nemmeno l’amica
incollata ad ogni istante
Ma in quel momento c’aveva da fare,
era presa da un bisogno impellente
Poi la rivedi alla festa del compagno
di scuola, quello più aitante
Un cazzo di faccione di merda, un
bisessuale latente, un ingegnere arrogante
Pranzate, bevete, ballate, scopate, e
lei che vede solo un futuro invitante
Ci sei solo tu adesso, le scarpe
firmate, il completo vintage, l’anulare vacante
L’erba bagnata, un ricordo d’estate
che riemerge pressante
Non sai dire no grazie, ho un carnet
debordante, non vuoi perdere niente, nemmeno per un istante
Così ti freghi da solo povero
imbecille, lei era una fra tante
Neanche la meglio, l’anello mancante,
il futuro rimorso invadente
Meritavi di meglio, se solo tu fossi un
essere pensante.
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